Marco P
27 de agosto de 2024
E’ passato un anno da quando abbiamo chiuso la nostra precedente recensione dell’Hotel National di Rimini. Una recensione che possiamo tranquillamente paragonare ad una serie televisiva e come tutte le serie di telefilm che si rispettino, soprattutto per quelle di successo, è giunto il momento della sua seconda stagione. Siamo nell’Agosto del 2024 ed avevamo lasciato in chiusura della prima serie i personaggi di Don Chisciotte ed il suo fido Sancio Panza a governare il Ristorante Zafferano, perla dell’Hotel National di Rimini. Un'hotel, detto per inciso, di cui confermiamo tutte le positività delle passate stagioni (ci veniamo ormai lontano 1984). Detto questo però ci tuffiamo nella seconda stagione di questa nostra serie adattata ai personaggi del National. Stagione che ha subito ovviamente dei cambiamenti. Il buon Chisciotte, detto Tito, si è perso per strada il suo fido Panza che lo ha abbandonato (pancia compresa) verso imprecisati ed imprecisabili lidi. Eccolo dunque rimasto solo soletto a governare la sala ristorante del National. Ma non proprio solo per la verità. Ci sono le Tate di Tito. Effettivamente i suoi occhietti azzurri, dopo essere stati molto inumiditi dal fatto di essere stato sedotto ed abbandonato dal fido Sancio, ora paiono essere stati in qualche modo consolati da altri personaggi che sono arrivati a supportarlo. Fra questi se ne staglia uno che dopo essere stato fra i comprimari della stagione passata, ora pare avere acquisito più spazio nei copioni del telefilm. Tale Regina, per tutti la “Queen” che dribbla fra i tavoli del ristorante del National, come Alberto Tomba dribblava le bandierine degli slalom che lo vedevano fra i protagonisti. Essa però non si limita a dribblare tali tavoli, ma spesso e volentieri ci si ferma per intrattenere gli ospiti. Lei non conosce mezze misure. Ma nella media delle sue presenze riscuote un certo successo. In questo è molto aiutata da due new entry della sala del ristorante Zafferano. La Francesca, che ha un sorriso che non conosce confini, come amava chiamare Sandro Ciotti la Maria Teresa Ruta alla Domenica sportiva e Renato, personaggio che pare uscito dal telefilm Warrior. Ebbene, il buon Don Chisciotte insieme a questo fantastico team, governa la sala del ristorante del National con stampato sul volto un sorriso (che però conosce alcuni confini). In buona sostanza abbiamo le Tate di Tito, questo il nome di Chisciotte, rimasto senza Panza, con l’aggiunta del buon Sahm di Warrior. Il quadrilatero del Ristorante Zafferano del National appare così compiuto. Non dimentichiamo però colui che tira le fila di tutto il ristorante. Il vero burattinaio, il creatore dei piatti che il quartetto distribuisce agli ospiti del National. Insomma il Cuccia culinario della situazione, ovvero l’ineffabile chef Giorgio Bianchi. Senza di lui Tito, le sue Tate con Sahm sarebbero come un campo da calcio, con 22 giocatori, ma senza pallone. Ventidue persone in cerca d’autore, di Pirandelliana memori
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